I PRIMI ESSERI VIVENTI
La vita apparve molto presto sul nostro pianeta; le più antiche tracce di vita conosciute risalgono a 3 8 4 miliardi di anni fa e sono gli antenati degli attuali batteri, organismi unicellulari (composti da una sola cellula) molto semplici e primitivi in grado, però, di svolgere le attività fondamentali attribuite agli esseri viventi, cioè nutrirsi e riprodursi.
Ma come è stato possibile lo sviluppo di questi esseri primordiali a partire dalle semplici molecole organiche così abbondanti nell’atmosfera di quattro miliardi di anni fa?
Nel cercare di rispondere a questa domanda bisogna anche tenere conto del fatto che esistono alcuni seri ostacoli alla costruzione di molecole organiche complesse. Per esempio l’ossigeno: oggi l’ossigeno è fondamentale per la vita ma a quei tempi era puro veleno. Infatti l’ossigeno si lega molto facilmente al carbonio (che è l’elemento fondamentale della chimica della vita) impedendo la formazione di molecole più complesse. Inoltre è molto improbabile che molecole complesse come proteine o DNA possano essersi formate spontaneamente in ambienti acquatici a pH neutro (cioè in ambienti né acidi né basici) poiché in tali ambienti queste molecole tendono a scomporsi nei loro componenti più semplici.
Nonostante queste difficoltà c’è una teoria che potrebbe spiegare molte cose; questa teoria prevede che in questi oceani primordiali alcune catene di molecole possano, a causa dei moti ondosi, unirsi fra loro per formare delle piccolissime sfere. Questo fenomeno è abbastanza comune: è quello che avviene quando si versa dell’olio nell’acqua e poi si agita; vengono così a crearsi delle sferule oleose .
Esistono molecole composte di due parti: una parte attirata dall’acqua (idrofila) e l’altra che invece la respinge (idrofoba); quando queste molecole vengono a trovarsi in un ambiente acquoso esse tendono a legarsi in modo da formare una catena a doppio strato. In questa maniera la parte idrofoba della molecola si trova all’interno della catena mentre invece quella idrofila si trova all’esterno a contatto con l’acqua. Queste catene di molecole possono chiudersi su se stesse formando delle piccole sfere, cioè dei piccoli contenitori chiusi, le quali costituivano degli ambienti protetti in cui molecole organiche, casualmente imprigionate, potevano interagire fra loro. Inoltre sono stati proposti dei meccanismi per “acidificare” l’interno delle sferule in modo da favorire le reazioni chimiche mentre l’energia necessaria era quella proveniente dal Sole.
Questi sacchettini di materiale organico furono gli antenati dei primi esseri viventi. Ovviamente non esiste un limite ben definito fra forme viventi e non viventi così come non esiste un confine preciso fra il giorno e la notte quindi possiamo tranquillamente affermare che queste piccole sferule di materiale organico, grandi non più di qualche millesimo di millimetro, costituiscono le prime luci dell’alba della vita.
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